Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:07:52

1 Maggio, Festa Del Lavoro: per non dimenticare

Fine Ottocento – In un clima di tensione, con un divario pazzesco tra la ricca borghesia e il proletariato, da sempre sfruttato per la sua forza lavoro, calpestato, sradicato da tutti i suoi diritti inalienabili e illuso dall’inutilità delle riforme, serpeggia nell’aria che qualcosa di grande sta per nascere.

Tutto inizia il 1 maggio 1886 a Chicago (Usa) durante una pacifica manifestazione operaia, per chiedere la riduzione dell’orario lavorativo a 8 ore, che viene duramente repressa a sangue, dalla brutalità delle forze dell’ordine.

Tre anni più tardi dal “massacro dell’Haymarket di Chicago” , si forma la Seconda Internazionale a Parigi, il 20 luglio 1889, e poi in altre città europee. Un’associazione che si prefigge tali obiettivi: lotta per il suffragio universale, riduzione della giornata lavorativa a 8 ore, condizioni di vita migliori. E proclama il 1 maggio come giornata nazionale di lotta per ridurre le ore di lavoro; una scelta simbolica se pensiamo all’episodio che ha costato la vita a moltissimi proletari a Chicago.

Le organizzazioni dei lavoratori intensificano l’opera di sensibilizzazione sul significato di quell’appuntamento, e numerosi sono i giornali e i volantini che fanno da eco.

Ecco un esempio tratto da un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 : “Lavoratori ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l’Internazionale!”

Il 1 maggio 1890 dà vita a una mobilitazione su scala (quasi) mondiale: in numerosi centri, grandi o piccoli che siano, si respira un’ aria di coraggio, di presa di coscienza, e di speranza. Una giornata non di festa, bensì di lotta contro la borghesia imprenditoriale che da sempre si arricchisce sfruttando la manodopera e la ”salute” dei poveri operai, tra uomini, donne e bambini.
In America e in Europa il 1 maggio ha un successo straordinario, e induce la Seconda Internazionale a rendere permanente quella che, da lì in avanti, dovrà essere la “festa dei lavoratori” .

In Italia, però, l’arrivo di Mussolini al potere fa sopprimere la commemorazione del 1 maggio, che viene vista come un ”male”, qualcosa di sovversivo al regime fascista.
Dopo la Liberazione del nostro paese, il 1 maggio 1945 partigiani, lavoratori, giovani, anziani scendono in piazza per celebrare la festa del lavoro in un clima di grande ardore.

La “Strage di Portella della Ginestra” (Palermo) del 1 maggio 1947 è una delle nostre pagine nere, marchiata di sangue e di folle violenza, nonché ,ancora oggi , avvolta da un’ agghiacciante mistero su chi siano davvero i sicari. Tuttavia la pista dei sospetti più veritiera si riconduce a Salvatore Giuliano e la sua banda, che hanno ucciso, a suon di mitra, gente innocente, per motivi, a quanto pare, politici.

Da quel giorno in poi le celebrazioni del primo maggio sono un momento di divisione tra le forze sindacali degli anni ’50 e ’60. Ma nei rivoluzionari anni ‘ 70, pervasi da manifestazioni e lotte per i diritti dei lavoratori, Cgil , Uil e Cisl tornano compatte per festeggiare, insieme, la ricorrenza di tale festa.
Dal 1985 i segretari delle forze sindacali scelgono una località simbolo per celebrare il primo maggio; solo nel 1988 entra il mito del “concertone”.

2012 – Quest’anno il concerto del primo maggio si tiene a Napoli, in Piazza Gesù, che ospita dalle ore 16 fino a mezzanotte una grande manifestazione musicale, che ha come tema: “Crescita, lavoro, diritti e legalità”.

Oggigiorno sempre più vige il mito del “dimenticatoio” e della disinformazione, ed è fondamentale evitare che questo accada. Dunque mi sono prefissa il compito di far rivivere la storia del 1 maggio, a chi ne ha smarrito l’esistenza o a chi non la conosce affatto.

Perché nella storia passata c’è tutto il “sudore” dei nostri bisnonni ,e tutte le cose che adesso abbiamo, è grazie a quegli uomini valorosi che hanno dato la vita per un futuro migliore.

Buona commemorazione a tutti…e buona riflessione!

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