Venerdi, 19 aprile 2024 - ORE:14:49

Caso Marò: Verso acque tranquille?

Il caso dei marò sembra avviarsi ad un esito positivo. I due fucilieri italiani, arrestati lo scorso 15 febbraio, per essere stati giudicati colpevoli dell’uccisione di due pescatori indiani che si trovavano a bordo di un imbarcazione, da lunedì scorso sono alloggiati nel carcere di Trivandrum, (capitale del Kerala, Stato dell’India meridionale) dove affrontano i giorni di reclusione in condizioni sostenibili e sono liberi di contattare quotidianamente le loro famiglie.

Fin dai primi sviluppi della vicenda, il governo italiano ha intrapreso la via dei rapporti diplomatici con partner e personalità influenti (non specificate) che si muovono nell’ambito della suddetta questione, e sono in grado di svolgere un ruolo fondamentale per il raggiungimento di una soluzione pacifica con i governatori indiani. Lo ha riportato, da Copenaghen, il Ministro degli Esteri Giulio Terzi, che ha spiegato di non poter fornire dettagli sulle operazioni in atto: “ Parliamo di un elemento delicato, che può essere facilmente strumentalizzato. È importante, dunque, mantenere la massima discrezionalità e riservatezza nei rapporti di collaborazione diplomatica” ribadisce il Ministro, e aggiunge: “ Sarei ingenuo se raccontassi tutto il piano che stiamo effettuando. Le mie dichiarazioni potrebbero essere fraintese da ambo le parti, quella italiana e quella indiana”

In questo modo Terzi risponde alle molteplici reazioni dell’opinione pubblica e alle pressanti richieste avanzate in settimana dalle più alte sfere del mondo politico nel nostro paese, animate da un clima di accesi confronti a distanza.

L’ex Ministro degli Interni, Ignazio La Russa, di fronte al Pantheon, ha parlato di “impegno necessario ed improrogabile, da parte del governo, di fare l’indispensabile per riportare a casa i due marò”. Dura la replica del leader dell’Udc Pierferdinando Casini, che sente nelle parole di La Russa una pesante accusa, nei confronti dell’esecutivo, di scarso impegno e cattiva amministrazione della questione estera.

In ogni caso, secondo i maggiori esponenti dei partiti è necessario far valere, in modo deciso, la rivendicazione legittima della giurisdizione italiana in acque ritenute “internazionali”. Tuttavia, sono in corso le indagini per stabilire se effettivamente il fatto si sia verificato in acque internazionali, o in acque indiane e, se a sparare siano stati veramente i nostri militari. La perizia balistica dovrà sancire da dove siano partiti i colpi mortali.

È auspicabile, infine che la verità emerga nella sua interezza e ci auguriamo che i nostri ragazzi possano rientrare in patria, presso le loro famiglie, da innocenti.

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