Mafia e Politica, un mix che non manca mai

Un binomio che non è mai mancato

Lo hanno sempre saputo tutti ma, Mafia e Politica, è un binomio di cui ancora si parla veramente poco. Si fa un gran parlare, ad esempio, della trattativa tra Stato e Mafia ma si tende sempre a trascurare gli accordi sottobanco che, ancora oggi, continuano a nascere.

Nel Trapanese, ad esempio, Matteo Messina Denaro ha già detto ai suoi di non guardare al colore quando di mezzo ci sono gli affari.

Il pentito Antonio Calderone, in una sua celeberrima dichiarazione, affermò: “La mafia è una prostituta che si offre a chi paga di più”.

Ora, probabilmente, Cosa Nostra ha deciso di fidarsi di meno. Le promesse non bastano più e così con la disgregazione dei partiti tradizionali, con la demolizione di un blocco granitico di potere che garantiva sempre e comunque, anche padrini e picciotti, aspettano di vedere la merce prima di pagare.

L’obiettivo ultimo delle associazioni criminali, neanche a dirlo, è quello di fare velocemente ritorno al passato quando, con grande maestria, i politici venivano fabbricati in casa.
I cosiddetti d’onore da mandare in Parlamento a rappresentare la lobby dei mafiosi.

La gente adatta per piazzare, al momento giusto, il decreto adatto ad aiutare la mafia.
Ovviamente i tempi sono cambiati. L’operazione che nel 1987, portò lo spostamento in blocco del voto dalla Dc al Psi è un lontano ricordo.

Così come la stranissima vicinanza con le richieste del partito radicale. Poco buoni, soprattutto, per chi in galera ci sta da povero cristo che non da padrino con nessuna possibilità di amnistia.