Martedi, 23 aprile 2024 - ORE:10:30

Voto di scambio, un’ombra che ci sarà sempre

voto di scambio

Voto di scambio, un’ombra che non manca mai sulle elezioni italiane

Uno dei mali più noti e riconosciuti della nostra politica, senza ombra di dubbio, è sempre stato il voto di scambio. Ma di cosa stiamo parlando, alla fine? Il voto di scambio non è altro che la vendita e l’acquisto di una votazione. Una transazione che, nella maggior parte dei casi, non richiede più di pochi euro.

I primi casi di voto di scambio nel nostro paese, alla fine, risalgono, davvero, agli albori delle elezioni nel nostro paese. Gli storici partiti della Dc e del PCI hanno ampiamente ammesso di averlo fatto.

Le elezioni, ormai, sono terminate da qualche giorno ma, puntualmente, come in ogni singola circostanza i vincitori tacciono e i perdenti accusano. L’accusa alla fine è sempre la stessa: brogli elettorali e voto di scambio.

Beppe Fava, ai suoi tempi, puntò anche a giustificarlo, in tal senso. Egli, infatti, affermò che anche noi abbiamo votato un amico in cambio di una licenza, di un possibile posto al sole.

Ovviamente, dal punto di vista culturale, sarebbe più giusto guardare al voto di scambio come di un fenomeno “pericolosamente sociale”.
Stiamo parlando, infatti, di una radicata e grave mentalità criminale. Non c’è nulla di morale e giusto nel chiedere un voto a pagamento (come è altrettanto sbagliato accettare).

Il problema è sostanzialmente uno solo: uno stato sociale che non dà garanzie ed una mentalità feudataria.
La sicurezza, la politica, deve fornirla attraverso i programmi e non, soltanto, da una volgare carta di credito.

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