Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:13:53

Cassazione, la sentenza choc: “Parlare male su Facebook è reato, anche senza fare nomi”

Avete parlato male di una persona su Facebook, anche senza nominarla? Sappiate che il rischio è quello di beccarsi una condanna per diffamazione. Questo è quanto emerge da una sentenza della prima sezione penale della Cassazione, che ha annullato l’assoluzione in secondo grado nei confronti di un maresciallo della Guardia di Finanza di San Miniato (Pisa). L’uomo aveva utilizzato, sul famoso social network, espressioni diffamatorie nei riguardi di un collega. “Attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di un collega raccomandato e leccaculo… ma me ne fotto per vendetta…”, scriveva sul proprio profilo Facebook. Condannato in primo grado a tre mesi di reclusione militare (con doppi benefici), il maresciallo era stato poi assolto dalla Corte militare d’Appello di Roma: le offese erano infatti rivolte a una persona non esplicitamente nominata. Di parere contrario è stata però la Cassazione: “Ai fini dell’integrazione del reato di diffamazione – si legge nella sentenza – è sufficiente che il soggetto la cui reputazione è lesa sia individuabile da parte di un numero limitato di persone, indipendentemente dalla indicazione nominativa”. Insomma, anche la diffamazione può scattare anche quando non venga nominato il soggetto interessato. Ricordatelo, quando volete rivolgervi nei confronti di qualcuno con parole non proprio “concilianti”.

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