Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:09:01

INQUINAMENTO ILVA. Incontro tra Nichi Vendola e Corrado Clini: “lo Stato si faccia carico delle bonifiche”

Si è tenuto il 14 Marzo a Bari l’ incontro tra il Ministro dell’ Ambiente Corrado Clini il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, insieme al Presidente della Provincia di Taranto Giovanni Florido, il Sindaco della cittá di Taranto Ippolito Stefáno e l’assessore al bilancio della Regione Puglia Michele Pelillo per discutere sulla procedura di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) per lo stabilimento siderurgico Ilva, l’ Azienda tarantina del gruppo Riva che costituisce uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell’acciaio in Europa. Il Presidente Vendola, nel suo confronto con il Ministro dell’ Ambiente, ha piu’ volte fatto presente le problematiche che la societa’ ha causato all’ ambiente e ai cittadini che abitano nelle zone limitrofe. Con normative di assoluta avanguardia e con risultati importanti sui principali veleni che hanno assediato la salute della città di Taranto, Vendola ha aggiunto ulteriormente che, nei prossimi giorni, verranno chiamati tecnici che dovranno riconsiderare l’ Aia e lavorare sulle dovute bonifiche.

Questo allarme ambientale è emerso dalle due perizie del pool, chimica ed epidemiologica, attualmente all’attenzione della magistratura tarantina che, in data 17 Febbraio, è stata convocata per l’ ennesima udienza del “Processo ILVA” che vede indagato Eugenio Riva, ex presidente dal 20 Maggio 2010, figlio e nuovo presidente Nicola Riva, Ivan di Maggio, direttore capo del reparto Cokerie e Angelo Cavallo, capo dell’ area reparto Agglomerato. Le accuse a riguardo sono di disastro ambientale colposo e doloso, avvelenamento di sostanze alimentari, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, danneggiamento aggravato di beni pubblici, getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico. Gli esperti hanno puntato il dito contro la societá per le contaminazioni ambientali e animali della citta’ bagnata dai due mari.

Il Palazzo di Giustizia è stato assediato nel giorno del processo da vari soggetti portatori di interesse: dalle associazioni ambientaliste, ai sindacati, agli enti locali e ai centri sociali che, con il loro tempestivo impegno quotidiano, hanno attuato un’ analisi rigorosa della realta’ e delle varie misure necessarie alla salvaguardia della salute ambientale e umana.

I manifestanti, molti con un fazzoletto bianco avvolto sul braccio, non si sono limitati a presidiare l’ ingresso al tribunale, ma sono saliti in massa al primo piano del palazzo di giustizia, attendendo cosi’ la fine dell’ udienza.

Le indagini sull’ ILVA s.p.a sono partite ben tre anni fa, in seguito al ritrovamento di traccie in eccesso di diossina nei formaggi, provenienti da allevamenti di pecore che, per questo motivo, sono state tutte abbattute.

Le due perizie discusse lo scorso 17 Febbraio davanti al gip Patrizia Todisco dimostrano un effettiva correlazione tra le emissioni dello stabilimento e le condizioni di salute dei cittadini e lavoratori della societa’ stessa.

I risultati della perizia epidemologica, di ben 200 pagine, riportano notevoli preoccupazioni : le emissioni inquinanti nell’ atmosfera da parte dell’ impianto producono gravi complicazioni nei vari apparati dell’ organismo umano. Sono emerse, quindi, malattie cardiovascolari, malformazioni, malattie respiratorie, complicazioni del latte materno e anomalie nei tumori dei bambini. Sarebbero infatti ben 174 i decessi in sette anni.

Andando nei particolari, in sette anni sono 83 i decessi attribuibili al superamento del limite di Oms di 20 microgrammi al metro cubo per una concentrazione annuale media di Pm10.

Nei quartieri Borgo e Tamburi ( due zone della citta’ di Taranto in prossimita’ dello stabilimento ) si stimano 91 decessi attribuibili al superamento del Oms. Per lo stesso motivo, si stimano 193 ricoveri per problemi cardiaci e 455 ricoveri per malattie respiratorie.

Risulta, in seguito, un aumento delle patologie anche nella fascia 0-14 anni, sopratutto nelle zone piu’ vicine all’ area siderurgica. Inoltre, si stimano casi di tumori tra adulti e lavoratori registrati dal 1998 al 2010 con esito mortale e, per quanto riguarda malattie cardiovascolari, negli anni dal 1960 al 1990.

I risutati della perizia chimica dimostrerebbe il legame tra le emissioni dello stabilimento e la contaminazione dei territori e animali: nel particolare, l’ emissioni sarebbero di diossina ma anche di policlorobifenili e benzoapirene. Si spera che , come è giá successo nel 18 aprile 2006 a Antonino Mingolla (dipendente presso la ditta appaltatrice di manutenzione morto avvelenato a 46 anni per esalazioni di di gas), queste situazioni non accadano piu’.

Ci tocca aspettare il 30 Marzo, data in cui si terra’ l’ udienza per discutere l’ eventuale impatto di emissioni nocive del centro siderurgico. Oggi il sole splende su Taranto, ma si spera che il popolo tarantino possa ritornare a goderselo.

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