Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:06:24

Un falso Lo Piccolo ha rischiato l’ergastolo

lo piccolo

Clamorosamente, i testimoni al processo ne parlano non come un mafioso ma come un semplice giardiniere, ma lui non è un parente del boss Salvatore Lo Piccolo

I proprietari chiamati in aula per testimoniare in difesa di Filippo Lo Piccolo, hanno dichiarato quanto segue:
“Altro che mafioso. Filippo Lo Piccolo si sarebbe guadagnato da vivere facendo il giardiniere in alcune belle ville di via Tommaso Natale”.
L’obiettivo dell’avvocato Mimmo La Blasca è dimostrare che dopo il peccato di giovinezza, che gli era costato il carcere, Lo Piccolo, classe ’74, avrebbe messo la testa a posto.

Eppure il suo nome era presente nei pizzini

Stando a quanto riportato nelle indagini, ad ogni modo, il suo nome sarebbe stato presente all’interno dei pizzini realizzati dal barone di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo.

In una lettera trovata nel covo di Giardinello, dove finì la latitanza del capomafia, si leggeva: “… scrivi presto perché devo dare risposta allo zio G. Fra qualche giorno ti saprò dire a che punto è la situazione di G. DAGOST. a presto un bacione grandissimo per te e papà ti volevo informare che da alcuni giorni Filippo il nipote di TAT. è uscito gli ho detto di non muoversi perché e guardato a vista e oltre tutto sai che è un testa calda spero che mi senta, vi manda tanti saluti ti raccomando dammi subito notizie mi mancate tantissimo”.

Qualcuno, dunque, si era sentito in dovere di riferite al capomafia che Filippo Lo Piccolo era tornato in libertà. E così l’imputato, nel dicembre 2010, fu inserito nell’elenco delle sessantadue persone arrestate nell’operazione denominata Addiopizzo 5.

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